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Per la rassegna di teatro-scuola, allo Spazio Kor di Asti, fino al 26 gennaio, le matinée di Guido suonava il violino, un monologo teatrale tutto al femminile, che si dipana a mo’ di racconto giallo, assumendo le misteriose atmosfere di un thriller a carattere storico.
Un vecchio violino entra prepotentemente nella quotidianità di una donna, ricercatrice di professione, costringendola ad abbandonare il suo rassicurante e scientifico metodo di indagine e chiedendole di dedicarsi – anima e cuore – alla ricostruzione di una storia da salvare dall’oblio. Quel violino uscito dalla polvere di una cantina pare dotato di volontà propria: stride, geme, chiama con veemenza e ottiene ascolto. Esso racconta la vicenda di una famiglia ebrea sfollata ad Asti al tempo delle leggi razziali e della guerra, con gli immancabili risvolti di sradicamento, discriminazione, deportazione. Attraverso un sofferto percorso di ricerca, specialmente dentro di sé, la protagonista comprenderà che ritrovare il nome del proprietario del violino equivale ad affermare la sua esistenza: un atto di resistenza contro il sistema concentrazionario nazifascista, progettato per annientare, spersonalizzare. Chi sono i “sommersi”, chi i “salvati”, allora come oggi? Chi i complici? Quali i giusti? Dove si colloca la protagonista stessa – donna ed essere umano, prima ancora che investigatrice – nel suo mettersi in gioco, nel suo tentativo di svelare la verità attore a questa vicenda? Una storia dunque sulla Shoah, sebbene il nodo centrale non sia qui il lager, quanto piuttosto ciò che l’ha preceduto: la vita delle singole persone, con le loro gioie, miserie, speranze, scelte e legami.
Venerdì 27 gennaio, al Teatro Balbo di Canelli, inaugura la stagione È bello vivere liberi! di e con Marta Cuscunà. Lo spettacolo si ispira alla biografia di Ondina Peteani che a soli 17 anni si scopre incapace di restare a guardare l’oppressione del fascismo e sceglie di agire, cosciente e determinata, per cambiare il proprio Paese.
Il percorso di Ondina inizia con le riunioni clandestine della scuola di comunismo di Alma Vivoda, dove fioriscono i valori di emancipazione femminile e parità tra uomo e donna. A 18 anni diventa staffetta partigiana, partecipando anche alla formazione della Brigata Proletaria e alla battaglia di Gorizia. La sua vicenda è stravolta bruscamente quando, a 19 anni, vive l’incubo della deportazione nazifascista come prigioniera politica. È bello vivere liberi! è uno spettacolo per riappropriarsi della gioia e delle speranze dei partigiani. Per riscoprire l’atmosfera vertiginosa di quel periodo della nostra storia in cui tutto sembrava possibile.
Novità di questa edizione, lo sviluppo sostenibile.