di Mulino ad Arte
Due attori, quattro personaggi.
Due servi e due padroni diseredati che vivono in una casa nobiliare venduta pezzo a pezzo per pagare i debiti di gioco del padrone si ritrovano risucchiati in un frenetico turbinio di equivoci, intrighi, maneggi e gelosie nel tentativo di salvare il lavoro e la casa. Un gioco di sguardi e seduzioni, dove i personaggi e le situazioni si rincorrono, dove la risata precede sempre lo sgambetto della sorte. Gli attori escono e rientrano in scena con una forza sempre nuova, entrando e uscendo ogni volta dall’uno all’altro personaggio, cambiando voce, movenze e pigli. La scena, completamente bianca, rende asettico il mondo falso e contraddittorio dei Conti, i padroni che tutto possono, e crea un tappeto essenziale al vissuto dei servi, Tonino e Colombina, che si muovono – a volte in punta di piedi a volte inciampando sulle proprie parole – nella scena della loro vita, difficile ma vera.
di Mulino ad Arte
Controcanto Collettivo