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DUE PUGNI GUANTATI DI NERO

È una delle immagini più famose del Novecento: Tommie Smith e John Carlos sul podio dei 200 metri alle Olimpiadi a Città del Messico, il 16 ottobre 1968, con i pugni alzati, i guanti neri simbolo del black power, i piedi scalzi in segno di povertà, la testa bassa e una collanina di piccole pietre al collo a simboleggiare i neri morti nella battaglia per diritti.  Sul secondo gradino di quel podio salì anche Peter Norman, un australiano che per solidarietà con i due atleti afroamericani indossò durante la cerimonia la coccarda dell’Olympic Project for Human Rights, organizzazione di cui gli avversari facevano parte

Smith e Carlos decisero di correre alle Olimpiadi nonostante il 4 aprile Martin Luther King fosse stato assassinato e molti altri atleti avessero deciso di non partecipare alle competizioni per protesta. Appena scesi dal podio la loro carriera si interrompe bruscamente e la loro vita diventa, un inferno.  Uno camperà lavando auto, l’altro come scaricatore al porto di New York e come buttafuori ad Harlem. Sono come appestati. A casa di Smith arrivano minacce, l’esercito lo espelle per indegnità. La moglie di Carlos si uccide.

Lo spettacolo racconta la storia dei due atleti e di tre esseri umani che su quel podio chiedevano rispetto e giustizia.

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