Al Museo di Storia Naturale i leoni giacciono nella loro piccola savana mentre l’audio della foresta amazzonica riecheggia nei corridoi vuoti. La direttrice si aggira annoiata tra le vetrine, il guardiano pulisce, controlla, mette in ordine. Ad aspettarli nella sala dei mammiferi il segno inequivocabile di una nuova presenza…
Una storia che sa di formalina. Un thriller da museo. Un punto di vista biologico sul futuro intorno a tre parole chiave: dispersione, adattamento, evoluzione. In un periodo storico in cui le migrazioni ci mettono in crisi con la loro complessità, Elisabetta Granara prova a cercare delle risposte nella Natura e conduce gli spettatori lungo i corridoi immaginari di un Museo di Storia Naturale, per ripercorrere con loro lo stupore del suo incontro di profana con la Biologia e l’Ecologia. Lo fa attraverso un racconto e dei personaggi: l’arrivo di una novità al Museo di Storia Naturale, un luogo dove tutto è statico per poter rappresentare qualcosa che mai si può fermare; una direttrice di museo preparatissima e severissima in cerca di un erede; un guardiano che dalle novità è terrorizzato. L’allegra parabola di una crisi del mondo fermo, perché la vita è un processo di cambiamento costante.
Di Frosini/Timpano