Il concept di In macchina ha origine in un brano della grande Mina degli anni ’70: “Devo tornare a casa mia”. Nella struggente ballata, una donna implora l’amante di lasciarla tornare dal marito. La trama è quella di due amanti che stanno andando al loro solito albergo per fare l’amore, quando lei viene presa dai sensi di colpa e dai dubbi. In macchina ha tutta la romantica banalità di una grande canzone d’amore, ma anche il godimento interno di una storia assolutamente sincera e normalissima. I due attori arrivano in scena in macchina, e gran parte del dialogo si svolge all’interno della vettura. Perché è la macchina, appunto, il terzo personaggio, il personaggio nascosto: quella cosa in cui si sviluppa tanto della nostra vita, angolo oscuro e segreto che protegge e allo stesso tempo denuncia gli amanti. Nell’auto nascosto c’è un microfono, mentre il pubblico è seduto tutto attorno all’auto, e ci guarda dentro, una sorta di drive-in al contrario.
Di Frosini/Timpano