“Un album dedicato all’Italia, al nostro Paese, in un momento in cui prevale la mancanza di fiducia e di affezione, e il sentimento della speranza non è mai stato così flebile nella coscienza dei suoi cittadini. Patria, la terra dei padri e delle madri, mai così in ribasso, consegnata tra la cronaca nera e la cartolina, al centro di un quadro sconfortante.” Così Massimo Zamboni descrive questa sua ultima fatica: “Eppure il mestiere privilegiato dell’artista consente di avvicinare quotidianamente un’Italia che sogna, lavora, si offre, studia, sorprende, ci prova. Soprattutto, che non ascolta l’urlo generale. Un’Italia di singoli che operano in microcosmi coraggiosi, fatta di talenti spesso silenziosi, di istituzioni e associazioni che conservano nel loro patrimonio genetico l’idea della collettività e devono lottare giorno per giorno contro la sommersione, insistendo di voler esistere. Grazie a volontà come queste si va avanti, si vive; bene e male, ma si vive. Per la grazia degli inconsapevoli, che non vedono il quadro generale, o se lo vedono lo trascurano fermamente, perché non c’è più spazio per le lamentazioni. Questo album si situa sommessamente all’incrocio tra la rabbia e la disillusione, l’incanto e lo sforzo”. Con Zamboni, sul palco, Cristiano Roversi, Gigi Cavalli Cocchi, Erik Montanari, Simone Beneventi, Simone Filippi.