Il racconto prende luogo dentro gli oscuri giorni della pandemia da Morte Rossa e narra di come il principe protagonista della vicenda, Prospero, passi i suoi cinque mesi di quarantena dentro la sua dimora, attorniato da amici e cortigiani, organizzando feste in maschera e banchetti, incurante della popolazione che giorno dopo giorno combatte contro la pestilenza fuori dalle mura dietro cui lui e la sua corte sono rinchiusi. Durante una di queste buffonate, la Morte Rossa, “fatta carne”, si presenta con indosso un sudario macchiato di sangue e una maschera raffigurante il volto di un cadavere, con la volontà di uccidere tutti gli astanti (compreso il principe) che credevano di poter sfuggire al contagio.
Da questa storia prende le mosse Liberamente ispirato a La maschera della Morte Rossa di E.A. Poe. Traendo la figura di Prospero fuori dalle fattezze simbolico-allegoriche cui lo destina il racconto originale, il personaggio e la sua vicenda vengono prese in esame quale exemplum da indagare attraverso l’obiettivo dell’oggi, sulla scorta della recente crisi pandemica.
Liberamente ispirato a La maschera della Morte Rossa di E.A. Poe fa di quella libera ispirazione di cui al titolo una matrice drammaturgica che si rinnova di volta in volta, sera dopo sera, nell’incontro coi vari pubblici presenti in sala.
Simone Corso
con Francesco Alberici e Claudia Marsicano