regia di Gabriele Vacis
“Oh mio dio! Ma quello è…si quello è proprio lui…”.
Napoli, 17 aprile 1967, giorno del funerale di Totò. Nella folla che si accalca lenta, accaldata, ondeggiante in piazza Mercato davanti alla Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore, un fiume di gente attonita ed addolorata rende l’estremo omaggio ad Antonio De Curtis, morto due giorni prima a Roma. Una donna col fazzoletto nero in testa lancia un grido stridulo, additando un individuo che procede lento dietro al feretro. Il personaggio che viene indicato è praticamente uno sconosciuto ai più, ma per molti anni è stato a fianco del grande attore: lo ha seguito, sostenuto e spesso sostituito, soprattutto da quanto Totò divenne completamente cieco. Dino Valdi, al secolo Osvaldo Natale, ne è stato infatti la controfigura, affezionata e devota. Lo spettacolo è un’intervista immaginaria che intende tracciare una biografia non autorizzata. Attraverso i suoi ricordi, riemergono i fatti e i personaggi del percorso artistico e familiare, pubblico e privato, del celebre attore.