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A partire dal racconto Di Karen Blixen , Gabriele Vacis e Roberto Tarasco conducono lo spettatore in un viaggio attraverso miti e ricette, economie e speculazioni, giudizi e pregiudizi su ciò che ci nutre.

Due sorelle norvegesi hanno rinunciato ai sogni e a ogni piacere terreno per seguire la via austera indicata dal padre. Dedite al prossimo, fanno della loro casa un luogo sicuro dove fare beneficenza. Fuggita da Parigi con l’accusa di essere una rivoluzionaria, arriva Babette, accolta dalle sorelle in cambio dell’aiuto come governante. Un giorno Babette scopre di aver vinto 10.000 franchi alla lotteria. Anziché tornare in Francia offre un grande pranzo. I dodici abitanti di Berlevaag ricorderanno per sempre quel banchetto a base di ingredienti preziosi e inebrianti, dopo una vita priva di piaceri terreni. «Perché?» chiederanno le due basite sorelle quando apprenderanno dell’enorme dispendio di denaro. «Un artista non è mai povero» risponderà Babette. Un’artista smette di esistere senza commensali che ne gustano i piatti. E la vita, priva del proprio senso, smette di essere vita. Il racconto è un gioco di contrapposizioni, contrasto tra puritanesimo e sensualità. Tutto sembra trovare senso, ogni cosa terrena ha il sapore dell’eternità perché spirito e carne non sono così distanti.

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