Questa è la storia di un uomo che credeva che nessuno potesse nascere odiando un altro per il colore della sua pelle, per la sua storia o la sua religione. Il pubblico scopre sul palco la storia di Nelson Mandela, nato in una nazione oppressa dal razzismo e dalla violenza: il terribile regime dell’Apartheid.
Questo sistema privo di pietà ha vessato lui, la sua famiglia e il suo popolo e infine lo ha rinchiuso in un carcere su una piccola isola in mezzo all’oceano solo per le sue idee, in una cella di due metri per due per 27 anni. Tutto ciò non solo non è riuscito a piegarlo ma sembra avergli offerto l’opportunità di maturare una profonda umanità. Il racconto, sorretto dalla partecipata e potente narrazione di Marco Continanza, evoca immagini e sentimenti e si muove a ritmo sostenuto in un crescendo di emozioni fino a suscitare la liberazione da quel senso di rabbia e di odio che monta sin dalle sue prime parole e facendoci così sentire la potenza del perdono, della pace e della fratellanza.