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RAPTUS DI LUNA

Una commedia dell'altro mondo

"Si va sulla luna. La vedo sempre e non la tocco mai .. la musa dei poeti ma di poesia ci capisco poco, capisco quel che tocco" (M. Piombo)

Rapiti dalla Luna: è una giostra, un viaggio vitale visto con l’occhio della commedia, della satira. Un gioco scenico frontale, un volo insolente e surreale a cavallo del tempo  e di un incanto di libertà. La terra da lassù la tieni tra le dita e, da lontano, la capisci meglio. Immaginiamo il balzo, nel solco di luce verso la luna, come una successione di salti, disarcionati da un’orbita all’altra, le orbite che separano le naviganti dal satellite. Sono le tappe in cui si incontrano le soglie del proprio essere, lo stupore del distacco e  l’apparizione della terra sospesa nel nulla, e dei suoi umani, anche nei tratti più volgari. Il linguaggio, ora crudo e a muso duro, ora con la sospensione della poesia, ora con azioni e suoni stranianti, altre volte attraverso protesi burattinesche, è tenerezza e furore. È uno spettacolo pop, comico e inquieto, che vive nel contemporaneo delle stesse interpreti, in un presente che sembra non costruire narrazione, in un continuo ‘sottosopra’, per accumulo di immagini e di storie di noi. Infine, l’incontro con le Tre Lune, il divino – sculture-maschera intagliate da materiali dell’oggi, rifiuti indifferenziati riciclati – e con la Quarta Luna, i giovani stessi, giunti forse ad un unico approdo possibile. I personaggi trascolorano nelle persone, sono proprio loro! Tratti di maschera di una generazione e di un tempo presente. Le risate muoiono spesso tra i denti, in molteplici soluzioni teatrali e nel piacere di giocare, che è cosa seria assai.

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