Almagre è una sorta di romanzo in musica ispirato all’estetica surrealista e al realismo magico sudamericano. Ambientato in un Mediterraneo immaginario, crocevia di incontri e scontri tra culture, rosso come il sangue di cui continua a tingersi, Almagre è un album viscerale, spirituale eppure politico che segna un cambio di rotta dal senso di purificazione del precedente lavoro verso una continua tensione al sublime. Dopo l’allusione al bianco di albore, è il momento di “Almagre” una parola arabo-ispanica utilizzata per nominare il colore rosso ottenuto dall’ossido di ferro. L’album è stato composto e diretto da Manuel Volpe con l’intento di creare una Babele musicale fatta di contrasti di linguaggi e suggestioni attraverso un forte approccio narrativo all’orchestrazione. Ogni episodio si sviluppa in linearità attraverso la sovrapposizione di figure cicliche dove gli strumenti, come personaggi, si muovono in continuo scambio con l’eclettica voce di Maria suggerendo tensioni, luoghi e azioni. Afrobeat, spiritual jazz, salsa, melodie del mediterraneo, derive kraut rock, library music sono solo alcuni degli ingredienti utilizzati, condensati e rimescolati con lo scopo di restituire una visione fluida di ciò che comunemente chiamiamo world music.