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TRADIMENTI

Tradimenti è la messa in scena dell’omonima opera che il Premio Nobel per la Letteratura Harold Pinter presentò in prima assoluta al pubblico londinese nel 1978. È la storia di una relazione extraconiugale ripercorsa però a ritroso, dalla sua fine fino ai suoi esordi. Tutto inizia due anni dopo la fine del rapporto e termina prima che esso abbia inizio.  Ma, oltre ai due amanti, c’è anche il marito di lei, nonché migliore amico di lui. Insomma, un triangolo a tutti gli effetti, dalla trama apparentemente lineare. Se non fosse che il susseguirsi dei fatti lascia pian piano spazio alla complessità d’animo dei tre personaggi, accomunati da un segreto a volte difficile da sostenere. Il testo di Pinter rivive sulla scena in un allestimento sanguigno e asciutto – a tratti violento – in cui le parole non dette, i pensieri taciuti, le azioni nascoste riempiono le vite dei protagonisti, irrompendo sul palco e minando ogni relazione. Stefano Braschi, Stefania Medri e lo stesso Michele Sinisi – in scena nei panni del marito tradito Robert – si muovono su una scena dominata da un imponente tabellone, costruito dallo scenografo Federico Biancalani sulla falsa riga degli orologi a lettere luminose: strumenti forse più affini a una percezione umana del tempo, fatta di intervalli imperfetti. Le didascalie spazio-temporali presenti nel dramma si accendono periodicamente, per scandire i diversi momenti di una pièce dal ritmo serrato, in un viaggio à rebours ripercorso al ritmo del rock anni ‘80.

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