Di Philip Dick affascina la capacità di immaginare non tanto e non solo mondi futuribili, ma livelli di realtà sempre più complessi e compresenti l’uno all’altro, di cui il livello che ci è dato vivere è solo un tratto passeggero e instabile. Dick è un viaggiatore di dimensioni spaziotemporali simultanee, dove passato, presente e futuro tendono a scomparire e a infiltrarsi l’uno nell’altro.
Lo spettacolo assume come punti di partenza il citato Valis e la biografia che Emmanuel Carrére ha dedicato a Philip Dick Io sono vivo, voi siete morti.