Sull’ultimo giaciglio dell’artista, sola e convalescente per congestione d’idee in un letto di un oscuro ospedale psichiatrico della provincia americana, si ripropongono le parole di una Zelda già in attesa della morte otto anni dopo il compagno. E da sotto il lenzuolo vengono estratti come rigurgiti dell’anima i simboli di una vita: un pegno d’amore di Scott, carte, lettere, giornali, fotografi.