Verbano-Cusio-Ossola
Il Complesso è composto dalla Chiesa (con la ben conservata facciata in stile romanico del XII secolo), dal Battistero di San Giovanni di origine paleocristiana, dall’antico Palazzo Pretorio (che ospita l’Ufficio informazioni e accoglienza turistica), il Museo del granito rosa Granum e la Biblioteca Civica e dalle canoniche. La Parrocchia, proprietaria del Centro Culturale, ha avviato i restauri, conclusisi nel 2000, che hanno permesso di ricavare dal vecchio oratorio degli anni ‘60 una sala polifunzionale attrezzata con palcoscenico, impianto audio-video, camerini e 99 sedute per il pubblico. La pavimentazione della sala e del palco è interamente in granito rosa, proprio per celebrare la famosa pietra estratta dalle pendici del Monte Camoscio di Baveno.
Durante i lavori di ristrutturazione sono venute alla luce, all’interno dei locali, due epigrafi funerarie d’età romana, oggi visibili sul fondale del palco. Una, in granito, in forma di stele centinata con fiore della vita alla sommità, è purtroppo illeggibile; l’altra, in marmo rosa di Candoglia, è un’interessante edicola funeraria con ritratti. Una copia fedele è stata riprodotta e posta sulla facciata della Canonica, all’esterno del Cento Culturale. Il monumento ha forma di nicchia sormontata da un timpano in cui sono racchiusi due delfini, dal significato benaugurale per i Romani. Nella nicchia si trovano i busti di quattro persone, probabilmente un ritratto di famiglia, quasi certamente risalente al I secolo d.C.
Un altro reperto visibile sulla facciata della canonica, a fianco dell’ingresso del Centro Culturale, è una lastra funeraria, purtroppo altamente rovinata, sempre in marmo rosa di Candoglia. Un accurato rilievo ha permesso di riconoscere nella sua parte superiore una corona di foglie con nastri pendenti e una ghirlanda; nella parte inferiore, invece, due figure di bovini e, tra loro, un quadrupede di taglia più piccola. Al di sotto, in parte tagliata a causa di modifiche subite dalla lastra, si intuisce una figura maschile armata di lancia e un animale, forse un cinghiale. Tutto l’insieme parrebbe da attribuire al decoro di un monumento funebre prestigioso, databile anch’esso al I secolo d.C. Il deterioramento della lastra è dovuto anche al suo reimpiego, forse come mensa di un altare in epoca medievale.