Torino
L’edificio, voluto dal conte Giovanni Baudi di Selve, sorse in appena quattordici mesi nel cuore dell’abitato, fra gli altri due luoghi-simbolo del paese, il Palazzo Municipale e la Chiesa di Santa Maria del Borgo, divenendo presto l’emblema – nel momento di massimo sviluppo demografico di Vigone – di una raggiunta condizione di “città”.
Tipico teatro all’italiana ottocentesco, pensato in primo luogo per il melodramma, fu progettato dall’architetto torinese Domenico Berutto, guardando ai teatri Regio e Carignano. Teatro di foggia neoclassica, sobrio ed elegante, con pianta a ferro di cavallo e spazi per il pubblico (scanditi in platea con due ordini di palchi e loggione), il Teatro Baudi di Selve fu inaugurato in concomitanza con la festa patronale di San Nicola, l’8 settembre 1855 con un titolo all’epoca celeberrimo in tutta Europa: l’opera buffa Chi dura vince del maestro napoletano Luigi Ricci.
Il passaggio di proprietà al Municipio – destino condiviso da gran parte delle strutture teatrali dell’Italia post-unitaria – avvenne nel 1884, dopo almeno due decenni di trattative. Negli anni a venire, soprattutto durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, il Teatro divenne anche cinematografo e palco per le cerimonie del periodo fascista, ma nel 1958 venne chiuso per inagibilità.
Dopo alterne vicende, nel gennaio-febbraio 1983 il Teatro, parzialmente agibile, divenne fulcro di un singolare esperimento di animazione teatrale sul territorio con il coordinamento del Teatro Stabile di Torino e la direzione di Renzo Giovampietro. Il Selve fu poi oggetto di un importante intervento di restauro e di ripristino nel 2004, su progetto dell’arch. prof. Pier Luigi Cervellati di Bologna e riaprì i battenti il 15 dicembre 2007. Di particolare pregio e in buono stato di conservazione è la parte dell’apparato scenotecnico costituita dalle macchine lignee che ne fanno l’unico teatro all’italiana superstite del pinerolese, nonché uno dei pochi teatri storici ancora esistenti nella Provincia di Torino.