Cuneo
Per tutto il ‘700 le rappresentazioni teatrali, a Cuneo, erano allestite in teatri occasionali, venendo spesso “ospitate” in palazzi nobiliari; solo sul finire del secolo si cominciò a sentire l’esigenza di un teatro con carattere di stabilità. Nel frattempo, con l’insediamento di truppe francesi e la conseguente applicazione della legislazione che imponeva lo scioglimento degli ordini religiosi, i frati Cappuccini furono costretti a lasciare il convento con l’annessa Chiesa. La “Società degli Azionari”, un gruppo di volenterosi cittadini, in accordo con il Comune, trasformarono gli spazi dell’edificio in sala per spettacoli.
Nel 1803 venne stipulato il contratto che regolamentava l’uso dei locali di proprietà della Confraternita della Misericordia da parte della Società. I lavori iniziarono quello stesso anno e si conclusero il 26 dicembre: a inaugurare il Teatro fu la messinscena della commedia Teresa Vedova. Fin dagli inizi il teatro proponeva stagioni dove prosa e opera in musica si mescolavano.
Costruito frettolosamente e ricavato con soluzioni di ripiego da un edificio quattrocentesco, il Teatro Civico si rivelò fin da subito inadatto e troppo piccolo. Si aggiunse la difficoltosa situazione finanziaria che portò all’acquisto dell’immobile da parte del Comune. Venne affidato all’ingegner Carlo Barabino, progettista del Carlo Felice di Genova, la ristrutturazione del vecchio teatro che fu inaugurato il giorno di Natale del 1828 con la rappresentazione del Moisè di Rossini. Solo nel 1849 fu installato lo storico sipario (ora conservato al Civico Museo), dipinto dal milanese Gaetano Borgocaratti e rappresentante l’insurrezione degli abitanti di Caraglio contro il feudatario del luogo che, come narra la leggenda, nel 1198 fuggirono, fondando la Città di Cuneo.
Nel 1857 Giovanni Toselli abbandonò il suo lavoro per fondare la “Compagnia drammatica nazionale” portando il dialetto piemontese sul palco. Nonostante il successo e le molteplici tournée, Toselli restò sempre fedele alla sua città e per dimostrarlo costruì a sue spese un teatro chiamato “Teatro d’Estate” – inaugurato il 14 luglio 1874 — che ospitò spettacoli più popolari del Civico, nei mesi estivi. Ceduto al Comune per problematiche economiche, dopo la morte del capocomico, nel 1886, l’edificio venne intitolato a Toselli.
Nei primi del ‘900, il Civico venne chiuso per ragioni di sicurezza. Durante il primo conflitto mondiale, fu abbandonato e trasformato in deposito militare. Nel primo dopoguerra, esattamente nel 1920, venne demolito il Teatro d’Estate per costruire sulla medesima area il Palazzo delle Poste; il vecchio Civico venne invece pulito e restaurato, riaprendo i battenti con il nuovo nome di Civico Teatro Toselli. Sette anni più tardi fu incaricato l’ingegner Cesare Vinaj di progettare una radicale ristrutturazione con relativo ammodernamento. La seconda inaugurazione avvenne il 12 maggio 1928 con la commedia I quattro Rusteghi.
Nel secondo dopoguerra il Comune concesse in locazione il teatro alla società che gestiva tutti i cinema cittadini ed esso venne così sfruttato da privati per svariate iniziative: feste goliardiche, lussuosi veglioni, recite e concerti, rappresentazioni di filodrammatiche dilettanti e/o studentesche. Nel 1966 si adeguò il teatro alle più moderne esigenze della scena: rilevante fu lo spostamento dell’ingresso al centro del teatro e l’ampliamento della galleria creata dal Vinaj al posto del terz’ordine di palchi. Il 5 ottobre 1968, con un’esaltante rappresentazione de Le Mosche di Sartre, venne inaugurato in gran sfarzo un teatro largamente rinnovato e riqualificato. Da quel momento il Comune gestisce e amministra in proprio il Teatro Toselli al fine di promuovere un’attività culturale e ricreativa a favore della cittadinanza nell’ambito degli spettacoli di prosa, lirica e concertistica. Ultima ristrutturazione, radicale, avvenne alla fine degli anni ‘90, con la partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, permettendo di riaprire e inaugurare il teatro l’8 settembre 1998, con la presenza dell’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
La storia del Teatro Toselli mostra come uno spazio culturale si sia adeguato costantemente alle normative vigenti nelle diverse epoche, con conseguente modifica e impoverimento — spesso irrimediabile — di quello che doveva essere stato il suo antico splendore. Oggi il teatro è riportato al suo antico splendore, ma con strumentazioni di scena all’avanguardia che permettono alla Città di Cuneo di ospitare numerosi spettacoli, di diverso genere e portata, offrendo occasioni culturali adatte a tutte le età.